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La rivista online di Legacoop Liguria
Ed. Novembre 2018

170 anni di mutuo soccorso: la cultura del civismo e della solidarietà

Pubblichiamo un estratto dalla lectio magistralis di Sebastiano Tringali (direttore scientifico Ames-Centro studi cooperativi CSC Liguria) Le società di mutuo soccorso, 170 anni di storia, in occasione della cerimonia ufficiale per il 130° anniversario della fondazione della Società di mutuo soccorso Agenti Municipali di Genova, svoltasi il 23 ottobre 2018 a Palazzo Tursi.

 

Un patrimonio di valori: lavoro, solidarietà, civismo, cultura

 

L’associazionismo mutualistico diviene dalla metà dell’Ottocento un importante punto di riferimento per le classi dirigenti liberali, sia come strumento per una presenza sul terreno delle politiche sociali in assenza di interventi diretti dello Stato, sia come affermazione di un principio, laico e democratico, di regolazione del delicato terreno dell’assistenza e della previdenza, allora appannaggio delle corporazioni di mestiere e delle istituzioni legate alla Chiesa.

 

Loro compito istituzionale consiste infatti nella creazione di un fondo monetario comune attraverso la raccolta della tassa d’iscrizione al sodalizio, perpetuato tramite versamenti mensili, generalmente pari al salario giornaliero di un operaio comune. Tale fondo è quindi destinato al soccorso dei soci mediante l’erogazione di sussidi, principalmente nei casi di malattia, disoccupazione temporanea, anzianità, inabilità al lavoro. L’azione mutua si basa sul principio della comunione dei rischi possibili (malattia, invalidità, infortunio, disoccupazione) e futuri (vecchiaia, morte); gli oneri inerenti agli eventuali bisogni dei singoli sono ripartiti fra tutti gli associati e il diritto alle prestazioni sorge automaticamente quando ne ricorrano e se ne accertino le condizioni, in una cornice di controllo e sorveglianza tra pari per evitare abusi. Gli statuti delle società operaie si propongono inoltre nella loro storia altri scopi accanto a quelli ormai tradizionali: il sostegno creditizio agli associati, la fornitura di materie prime, la vendita ai soci di prodotti di necessità al prezzo di costo, la costituzione di magazzini sociali, farmacie, mense e bagni popolari.

 

Il carattere volontario dell’iscrizione, l’attività a favore esclusivamente dei propri soci, la mutualità e l’assenza dello scopo di lucro determinano che i contributi versati non siano altro che il presupposto per sostenere spese conseguenti ad uno stato di bisogno nel momento in cui si manifesta una situazione di malattia, di impotenza al lavoro o vecchiaia. In una società di mutuo soccorso l'aiuto resta proporzionato ai fondi esistenti, garantendone la sostenibilità, e si fonda esclusivamente su sussidi derivanti da una quota del salario dei soci, respingendo l’idea di beneficienza o concorso esterno che ne potrebbero condizionare la natura e le finalità. L’intera macchina sociale è quindi alimentata dal lavoro e dal patto generazionale. Ma perché il meccanismo assistenziale, sanitario e in alcuni casi previdenziale funzioni, perché la società possa essere trasmessa di generazione in generazione, il mutuo soccorso comprende di dovere elevare a fondamento dell’azione a beneficio della comunità dei soci e inserire nel suo corpus valoriale il lavoro e la sua etica.

 

La centralità attribuita all’occupazione stimola la circolazione di idee e la pressione affinché il tema del lavoro non venga mai meno nel dibattito pubblico: il deputato Pietro Chiesa, operaio verniciatore di tram di Sampierdarena nelle pause del lavoro parlamentare, è frutto di tale cultura e costituisce la più vistosa affermazione di una idea di società fondata sul lavoro, sul risparmio, sulla moralità nei costumi e sul rispetto del sistema di doveri che il patto sociale comporta; sull’accoglienza e sulla tolleranza come fondamento dell’inclusione e del miglioramento complessivo della società; infine, sul legame con il territorio e la affinità di mestiere o corpo, che integrano e superano le altre appartenenze. Il senso identitario, come socio e come lavoratore, permea l’intera storia del mutuo soccorso e si rafforza al passaggio alla modernità: la replicabilità dei meccanismi di sostegno alle diverse categorie e professioni, la forma democratica, la forte idea di partecipazione che le associazioni riversano nel corpo sociale ne favoriscono la diffusione nel settore privato e in quello pubblico.

 

Nelle principali città industriali, sino alla prima guerra mondiale, non vi è attività che non trovi rappresentazione in una associazione: agenti di cambio, commessi e rappresentanti di commercio, fattorini, segretari, impiegati dei municipi e dell’amministrazione dello Stato addetti alle dogane, all’esattoria e al dazio; insegnanti, militari in servizio e in congedo, ferrovieri, gasisti, tramvieri, vetturini, pompieri e vigili urbani. A inizio Novecento sono circa un milione gli associati alle circa 6.500 società di mutuo soccorso italiane, cresciute esponenzialmente a partire dal 1886, quando il riconoscimento giuridico fornisce per la prima volta il quadro normativo e facilita il processo di acquisizione di diritti e di tutele elementari anche per le migliaia di operai e impiegati municipali, esclusi al pari delle altre categorie da meccanismi di protezione sociale ancora inesistenti, e sul cui status gravano inoltre gli obblighi e i divieti imposti ai funzionari pubblici.

 

Ma la dimensione quantitativa del mutuo soccorso italiano, benché di estremo rilievo, rischia di oscurare la qualità del capitale sociale in gioco, che giustifica l’affermazione su scala nazionale di una formula fondata sull’elaborata miscela di istruzione, formazione, esercizio di democrazia, espressione di socialità e soprattutto civismo, ossia l’alto senso dei propri doveri di socio e di cittadino, che spinge a trascurare o sacrificare il benessere proprio per l’utilità comune.

 

È una cultura del bene comune e della solidarietà quella che, sino alla rottura imposta dal fascismo, si afferma e trova in Italia rappresentanza istituzionale e al tempo riconoscimento sociale. La diffusione e la longevità delle società di mutuo soccorso, investite di diverse attribuzioni via via che maturano le moderne forme di assistenza sociale, dimostrano la solidità e l’efficacia di un modello culturale, prima ancora che organizzativo.

 

Tanto la cultura è centrale nella storia del mutualismo, da essere spesso ascritta nel nome stesso della società: di mutuo soccorso e istruzione. Alla base vi è l’idea di libertà ed emancipazione sociale come portato dello studio, in una società che ancora esclude dalla scuola i sui gangli produttivi. Ma, più ancora, si vuole affermare l’idea della cultura come strumento di miglioramento della società, di arricchimento collettivo come parte integrante di un processo di avanzamento sociale e mutuo scambio, fondato sull’inclusione e il dialogo tra le diverse culture, sensibilità e appartenenze religiose o etniche.

 

Attraverso l’istruzione, i corsi serali e festivi, l’approfondimento, l’arricchimento delle proprie sedi con biblioteche, la promozione di borse di studio e università popolari, le gite di istruzione e la socialità indotta dai numerosi momenti di scambio, le società divengono anche un polo di conservazione e trasmissione della cultura, di semina delle idee più avanzate, di continuo scambio e arricchimento grazie al confronto serrato (e a tratti aspro) con gli altri corpi intermedi presenti nella società.

 

Soprattutto, le società diventano veicolo dell’idea stessa di socialità e di auto-organizzazione: quella cultura della solidarietà che il mutuo soccorso ha praticato nella sua lunga storia in risposta ai bisogni concreti e pressanti della società in continua evoluzione.

 

Non si avvertirebbe completamente la portata innovativa del mutuo soccorso, se si trascurasse il difficile contesto di affermazione ed il continuo lavoro di ridefinizione della propria missione, sulla spinta dei cambiamenti dei sistemi produttivi, della società e del welfare. Sono le culture del mutuo soccorso, fondate su un patrimonio di idee e valori rimasti identici a 170 anni fa, ad averne garantito la sopravvivenza nei momenti più difficili della propria storia e ad averne stimolato la diffusione in tutte le aree del Paese.

 

Su questo impianto di idee e valori avviene la saldatura tra il passato ed il presente, tra la memoria della singola associazione e la grande storia: è questo il perimetro culturale che, perpetuato e costantemente attualizzato ai bisogni presenti e alle spinte che provengono dalla società civile, potrà consentire alle società di mutuo soccorso spazi e azioni nuove, per favorirne la trasmissione generazionale e il suo travaso nella società contemporanea.