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La rivista online di Legacoop Liguria
Ed. Marzo 2014

Sicurezza lavoro e D. Lgs. 231

a cura dell’avv. Ilaria Zamparo

Studio Legale Ivaldi

 

 

Con il D.Lgs. 8 giugno 2001, n. 231, in attuazione ad obblighi internazionali e comunitari, è stata introdotta nel nostro ordinamento la responsabilità amministrativa degli enti, in aggiunta a quella penale della persona fisica che ha realizzato materialmente il fatto illecito.

 

Si tratta di una peculiare forma di responsabilità giuridica che ha natura sostanzialmente penale e che ha come destinatari tutti gli enti forniti di personalità giuridica, tra cui rientrano le Società Cooperative, nonché le società e le associazioni prive di personalità giuridica.

 

Tale responsabilità può sorgere in dipendenza di un fatto-reato e viene accertata all’interno di un processo penale.

 

Il comportamento illecito, idoneo a far sorgere la “responsabilità amministrativa”, deve essere commesso da parte di soggetti in posizione apicale all’interno dell’ente, o da soggetti sottoposti a direzione o vigilanza da parte dei primi.

 

Il legislatore, a seguito dell’entrata in vigore del citato decreto, ha ampliato la gamma dei reati sanzionabili in forza del D.Lgs. 231/2001, fino ad introdurre i reati in materia di riciclaggio, i reati informatici e, soprattutto, i reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi e gravissime in materia di sicurezza sul lavoro nonché ulteriori reati riferiti sia a delitti di criminalità organizzata che alla tutela penale dei diritti di proprietà industriale ed in materia ambientale. Vi è conseguentemente una vasta gamma di condotte penalmente rilevanti che, ove poste in essere nell'interesse dell'ente, sono potenzialmente idonee a far sorgere una responsabilità diretta dell'ente stesso che, ricorrendone i presupposti, potrebbe venire sanzionato con provvedimenti afflittivi, anche di portata rilevante.

 

Sono infatti ormai numerosi i casi in cui la magistratura penale, sulla base della commissione di uno dei reati presupposto da parte di amministratori, dirigenti o dipendenti di società, ha emesso sentenze di condanna nei confronti delle società stesse proprio ai sensi del D.Lgs. 231/2001; sentenze con effetti molto gravi, che hanno comportato l’applicazione di sanzioni di carattere economico nonché di carattere interdittivo, tali da inibire anche in modo grave la stessa attività aziendale.

 

La realizzazione di un idoneo Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo e la costituzione di un apposito Organismo di Vigilanza sono gli unici strumenti idonei a tutelare l’ente in caso di commissione di uno dei reati presupposto; ciò a condizione che: 1) il Modello sia personalizzato sulla base delle specifiche caratteristiche ed esigenze della società; 2) il Modello sia effettivamente applicato; 3) l’Organismo di Vigilanza sia adeguato nella sua composizione, goda della dovuta autonomia ed esplichi con continuità ed efficacia la propria azione.

 

E’ evidente che soprattutto l’inserimento dei reati in materia di sicurezza sul lavoro rende particolarmente utile l’adozione del Modello da parte delle Società Cooperative: tale adozione, infatti, anche se non imposta come obbligatoria dalla legge costituisce l’unico presidio adottabile per evitare l’automatica condanna della Società sulla base del D. Lgs. 231/2001 nel malaugurato caso che si verifichino, ad esempio, infortuni sul lavoro riconducibili ai reati di cui sopra (lesioni colpose gravi o gravissime, o omicidio colposo) o, comunque, venga accertata la commissione di reati (nell'ambito dell'ampia gamma dei cd. reati presupposto) da parte di soggetti “apicali” o “sottoposti” ma, comunque, nell'interesse della Società.

 

In conclusione, solamente l'adozione di un efficace ed aggiornato Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo, la cui adeguatezza deve essere periodicamente verificata dall'Organismo di Vigilanza nominato dalla Società stessa, come detto, consente di poter evitare l'applicazione di sanzioni direttamente in capo all'ente. L'implementazione di tale documento, che necessariamente presuppone una preventiva ed approfondita mappatura dei rischi di potenziale commissione dei cd. reati presupposto ed una conseguente valutazione dell'adeguatezza dei presidi adottati dalla Società per ridurre il rischio di commissione di tali reati specifici consente di proteggere concretamente la attività societaria dai rischi sanzionatori.

 

 

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Lo Studio Legale Ivaldi in Genova, con il quale Legacoop Liguria ha stipulato una convenzione, e che è costituito da un team di giovani e dinamici avvocati, ha già avuto modo di sviluppare una particolare esperienza in materia, sia nella realizzazione di Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo per le società cooperative che ne siano sprovviste, sia nell’aggiornamento di Modelli già esistenti, alla luce di evoluzioni organizzative o societarie e delle più recenti integrazioni legislative.

L’attività svolta dallo Studio Legale Ivaldi in questo settore si sviluppa in diverse fasi: a) una prima fase di pianificazione il cui scopo sarà quello di definire gli obiettivi della Cooperativa, di individuare i soggetti di riferimento in seno alla stessa Società e di definire il calendario per la fase di implementazione del Modello di Organizzazione; b) una fase di analisi del contesto aziendale da un punto di vista strutturale ed organizzativo al fine di identificare le specifiche aree ed i settori di attività all’interno dei quali potrebbero essere commessi i reati previsti dal Decreto 231/2001; c) una terza fase di analisi comparativa tra struttura organizzativa attuale e quella ottimale, sulla base dei rischi individuati, dei controlli e delle procedure esistenti, nell’ambito della quale verrà redatto un documento che ne riassumerà gli esiti più rilevanti; d) un'ultima fase nell’ambito della quale verrà predisposto un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo conforme alle disposizioni del Decreto 231/2001 nonché verrà redatto il Codice Etico, che sarà necessariamente parte del Modello Organizzativo e conterrà i principi etici della Cooperativa, individuerà i soggetti destinatari e l’ambito di applicazione dello stesso, gli obblighi dei dipendenti e dei collaboratori, i doveri del personale responsabile, degli amministratori e degli eventuali sindaci, le norme di comportamento in tutti gli aspetti possibili, anche sotto i profili della tutela della salute e della sicurezza.