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La rivista online di Legacoop Liguria
Ed. Aprile 2014

Come raccontare un eroe normale

Trasgredendo alla scelta (autoimposta) di recensire in questa rubrica le sole monografie scientifiche, dedichiamo questo mese il nostro spazio all’ultimo lavoro di Giancarlo De Cataldo, magistrato, romanziere e sceneggiatore noto ai più per Romanzo criminale (Einaudi 2002), alle prese ora con la complessa figura di Sandro Pertini. La nostra infrazione è giustificata dal soggetto del volume, di stretta attualità per Ames che ne ha recentemente pubblicata la tesi dedicata alla cooperazione (qui citata nei riferimenti bibliografici) e dalla rinnovata popolarità goduta ora da questa emblematica figura della storia patria, la cui ingombrante memoria incombe sulla scena presente ogni qual volta la caduta di idealità e di visione etica dell’azione politica vengono misurate nell’opinione pubblica in termini di paragone con il recente passato.

 

In realtà, il lavoro di De Cataldo prende le mosse non dalla stretta attualità, bensì dalla proposta di realizzare una fiction televisiva sulla vita di Pertini giunta all’autore circa una decina di anni fa. Della condotta e dell’’esito della vicenda De Cataldo dà conto in pagine amare e divertenti, alternando una pluralità di registri che corrispondono con efficacia alle differenti prospettive assunte dal personaggio Pertini nella comune vulgata e nelle culture pop.

 

La sua biografia è così letta attraverso quanto del presidente partigiano racconta al proprio figlio adolescente il padre-De Cataldo, interrogandosi sulle modalità comunicative di alcuni valori e azioni (la violenza, innanzitutto) che, giustificabili nell’allora contesto temporale, possono giungere ora estranee o mal comprese da chi si affaccia all’età adulta. Ecco allora scaturire dal genio di Andrea Pazienza quel Pert, il fumetto che nato sulle pagine della rivista satirica «Male» diventerà trait-d’union generazionale per cogliere la natura di eroe normale che De Cataldo attribuisce a Sandro Pertini. 

 

La normalità della dimensione (in realtà straordinaria) dell’antifascista, partigiano, dirigente politico e presidente, affonda le proprie origini in un complesso valoriale di origine risorgimentale (sottolineato con efficacia dall’autore de I traditori, ambientato durante la mazziniana Repubblica romana) che Pertini eredita per formazione e attualizza per scelta politica, distinguendosi così dal socialismo dei suoi tempi anche per l’assoluto rigore etico. Il confronto con l’agone politico dei primi anni duemila non potrebbe risultare più impietoso, spingendo il lettore a interrogarsi (come onestamente fa l’autore) sulle proprie potenziali scelte e motivazioni, se fosse toccato a noi vivere in quelle circostanze eccezionali.

 

Sullo sfondo, la recente storia nazionale è scandita autobiograficamente dai dubbi di un magistrato, chiamato quindi a interrogarsi anche sulle responsabilità della giustizia durante la dittatura (verso il perseguitato Pertini, certo, ma soprattutto verso la nazione) e quindi nell’area di continuità con essa che ha segnato la transizione alla democrazia costituzionale. L’Italia delle trame nere, dei servizi deviati, delle collusioni politiche con le strategie delle multinazionali e del terrorismo appare così ancora più gravida di zone d’ombra se letta attraverso l’esempio di fermezza e di intransigenza trasmesso dal mandato presidenziale di Pertini.

 

Sebastiano Tringali

direttore scientifico Ames

 

G. De Cataldo, Il combattente. Come si diventa Sandro Pertini. Un eroe normale, Rizzoli 2014, 180 pp., € 14,00 / consultabile o richiedibile in prestito presso la biblioteca di Ames).