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La rivista online di Legacoop Liguria
Ed. Maggio 2020

COVID e Sicurezza sul lavoro

Pubblichiamo questo contributo ricevuto

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In data 14 marzo 2020, su invito del Presidente del Consiglio e dei vari Ministri, è stato condiviso e sottoscritto tra le Parti Sociali il “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid 19 negli ambienti di lavoro”, oggetto di apposita integrazione con il recente Protocollo del 24 aprile 2020 condiviso e sottoscritto dalle medesime Parti.

 

Tale documento contiene plurime misure e/o prescrizioni dirette a tutelare la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro a fronte dell’emergenza COVID – 19.

 

Il rispetto di tali misure e/o prescrizioni comporta ricadute giuridiche su vari aspetti, i quali richiedono una puntuale disciplina per non incorrere in responsabilità e/o sanzioni.

 

Tra questi spicca, in primo luogo, quello attinente alla privacy.

 

Si pensi ad esempio alla possibilità (o in taluni casi all’onere) conferita al Datore di Lavoro di rilevare in tempo reale la temperatura sui propri lavoratori o soggetti terzi mediante apposito dispositivo all’atto di ingresso nei locali.

 

Tale rilevazione integra un trattamento dei dati personali e, pertanto, dovrà avvenire in conformità della disciplina della privacy.

 

Parimenti, nel caso si dovesse registrare un superamento della soglia di temperatura prevista dal Protocollo (37.5 gradi) ed il nominativo del relativo lavoratore o soggetto, il tutto dovrà avvenire in conformità alla normativa privacy anche al fine di documentare i motivi che hanno precluso l’accesso del lavoratore ai locali.

 

Analoghe considerazioni valgono per l’acquisizione di dichiarazioni da parte dei lavoratori o soggetti circa la non provenienza negli ultimi 14 giorni da zone a rischio e l’assenza di contatti con persone risultate positive al COVID-19.

 

Per far fronte a quanto sopra, uno degli adempimenti che le Cooperative dovranno tenere in debita considerazione sarà senza dubbio la predisposizione di un’apposita informativa per chiunque intenda accedere agli edifici, con l’indicazione della finalità del trattamento, la base giuridica del trattamento e il termine di conservazione dei dati, tenendo conto delle nuove esigenze di salute e prevenzione dettate dall’emergenza creata dal COVID-19.

 

In secondo luogo, il rispetto delle misure e/o prescrizioni contenute nel Protocollo interessa aspetti quali l’aggiornamento del D.V.R., l’esecuzione di appositi corsi di formazione per il proprio personale e molti altri incombenti sempre correlati alla sicurezza sul lavoro, i quali dovranno essere sviluppati e tipizzati secondo l’attività esercitata e i locali ove viene svolta. 

 

In terzo luogo si evidenzia come anche l’impossibilita (per fatto non imputabile alla Cooperativa) a rispettare le citate misure e/o prescrizioni comporti rilevanti effetti quali, a mero titolo esemplificativo, l’esclusione della responsabilità della Cooperativa per ritardi o inadempimenti e correlate penali e/o decadenza (si richiama ad esempio al caso in cui non sia possibile munirsi dei D.P.I. prescritti dal Protocollo).

 

In ultimo si segnala – in correlazione a quanto finora riportato – l’opportunità/necessità di integrare e/o apportare addendum specifici ai rapporti contrattuali in essere, a fronte delle conseguenze prodotte dal Covid 19 (si pensi ad esempio ai maggiori costi sostenuti per D.P.I., ai termini e alle scadenze delle prestazioni e così via), nonché quello di aggiornare il modello 231/2001 sui rischi COVID-19 al fine di evitare responsabilità in relazione a lesioni gravi/omicidio colposo commessi con violazione delle norme di sicurezza sul lavoro (mancato uso D.P.I. e simili).

 

Con l’auspicio che questa breve nota informativa fornisca utili indicazioni in merito a quanto occorre disciplinare / modificare in ragione del COVID 19, lo scrivente Studio resta a completa a disposizione per offrire la propria consulenza ed assistenza.

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Avv, Valentina Sandri (studio legale Ivaldi)